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Un Messia al potere: l’America di Trump

Il “complottismo” è forse una novità, legata ai social, ai meme, ai video su YouTube?

No, basta ricordare il gesuita Augustin Barruel, che a fine 700 interpretava la Rivoluzione Francese come “frutto di un secolare complotto della Massoneria”
La differenza, sostanziale, è che il web permette la condivisione di qualsiasi idea in tempo reale, senza bisogno di essere veicolati – e filtrati – da un giornale, una radio o una tv.

I complottisti hanno vissuto momenti di grande ribalta negli ultimi tempi, dalla sconfitta elettorale di Donald Trump fino a Capitol Hill. I ricorsi nelle elezioni americane sono storia “vecchia”: da Nixon (1968, contro Kennedy) a Gore (2000, contro Bush). Ai candidati non piace la sconfitta, ma mai si era arrivati a “rubare la palla” dal gioco. A questa lacuna, ha sopperito Trump: per quanto media e magistratura come fact checkers abbiano smontato, pezzo a pezzo, le accuse di brogli e respinto i ricorsi, non c’è stato nulla da fare: per i supporter fanatici repubblicani un terribile complotto di corrotti e traditori ha rubato la vittoria a Donald. Perché?

tutta colpa di un bias

Per capirlo, bisogna invertire il rapporto di causa-effetto: non sono le fake news a far diventare fanatiche le persone, ma sono le persone fanatiche a produrre fake news utili a sostenere loro pensiero. Si chiama “bias di conferma”, un “accomodamento” del nostro cervello per selezionare le notizie e gli argomenti supportivi delle nostre convinzioni e che ignorano quelle in contraddizione. La differenza tra l’uso ordinario, spesso inconsapevole, e quello patologico sta nella distanza tra realtà e narrazione. Nella narrazione trumpista, i bias di conferma re-inventano un intero sistema politico-sociale-religioso.

sette & complotti

Secondo la setta QAnon, che ha influenzato tutto il trumpismo – compresi molti aderenti moderati – Biden e i democratici sono pedofili satanisti che bevono il sangue dei bambini come elisir di lunga vita; i piccoli sono sequestrati in una pizzeria italiana e la Clinton ne è la coordinatrice. I media, la burocrazia e le istituzioni in genere sono “Deep State”, un sistema di potere oppressivo che agisce contro il “popolo” e il suo leader carismatico (Trump) è il Messia, un “Uomo della Provvidenza”, inviato da Dio a liberare il mondo dal Male. Per approfondimenti, val la pena leggere l’inchiesta della Fondazione Wu Ming.

sette & complotti: la parabola

L’approdo al pensiero delle sette millenaristiche è consumato: fede cieca, la speranza in un evento palingenetico che per miracolo metterà le cose “a posto”, la trasfigurazione del leader in un essere quasi soprannaturale. Falsi annunci di eventi mai avvenuti si sono susseguiti: è stato sequestrato un software segreto in Germania che svelerà la “truffa”, i militari sono pronti sulla base dell’Insurrection Act a prendere il potere e a rifare le elezioni, il Papa è stato arrestato. La reazione alla sconfitta elettorale segue lo stesso schema: il “popolo” è buono e conosce la Verità, solo che è coartato dalle élite cattive. Perdere le elezioni è, per questo sistema di pensiero, un colpo mortale, l’unica cosa che può metterlo in crisi: tutti possono tradire, ma non il “popolo”. Quindi, semplicemente, non può essere vero.

SETTE & COMPLOTTI: QUALI BISOGNI?

Cosa spinge una rilevante fetta della popolazione ad abbracciare idee irrazionali, profetiche e millenaristiche e a portarle fino alle estreme conseguenze, come i 5 morti di Capitol Hill? Scrive Vittorio Lanternari, insigne etnologo e storico delle religioni:

Certamente i movimenti profetici hanno un indubbio carattere religioso… tuttavia essi rivendicano e intendono attuare beni di importanza vitale: beni la cui rinunzia appare ai popoli come incompatibile con una esistenza degna di essere vissuta. Tali sono la libertà e la salvezza: libertà da ogni soggezione e asservimento… salvezza dal rischio di perdere la propria individualità culturale, dal rischio dell’annullamento come entità storica.”

Nei momenti in cui una concezione del mondo viene minacciata, quando un gruppo sociale non riesce più a riconoscersi nella realtà in cui vive, tanto estranea quanto minacciosa, può succedere che prendano vita vie di fuga profetiche. Bisogni intercettati da movimenti “sirena” che promettono un ritorno alla via della salvezza da cui qualche potenza oscura ci ha fatto deviare.

sette & complotti: le due americhe

Negli ultimi decenni si sono delineate due Americhe: una urbana, multirazziale, che produce il 70% del PIL e praticamente il 100% dell’arte, cultura e innovazione. Questa America è anche da tempo in maggioranza numerica, solo il particolare sistema elettorale americano, che ha molti meccanismi contro-maggioritari, permette all’altra America, quella tradizionale, conservatrice e sostanzialmente bianca, di contare politicamente.

Questa seconda America vede i suoi valori andare in pezzi: l’aborto, la legalizzazione delle droghe leggere, l’emancipazione delle donne e delle minoranze, i matrimoni gay, sono per loro “la fine di un mondo”. E, ovviamente, reagiscono, senza rendersi conto che sono di fronte a quelli che lo storico Fernand Braudel chiama “fenomeni di lunga durata”, che lavorano nel profondo della società determinando, in modo lento, i cambiamenti. Meglio attribuire, per loro, il catastrofico mutamento all’azione di un potere malvagio, dotato di volontà.

complotti & social: i bisogni veri

In conclusione: i social c’entrano, ma non sono determinanti, così come non lo sono i politici che li usano a loro vantaggio. Trump sfrutta questa massa disperata per andare al potere tanto quanto loro sfruttano lui per mantenere in vita la loro speranza.

I movimenti profetici possono essere qualcosa di molto serio e anche pericoloso: quasi sempre la loro parabola sfocia in un confronto violento e non esiste alcun modo razionale di convincere chi sente il mondo crollargli addosso che quello che gli succede, in fondo, è positivo.